MUSEO DEL PATRIMONIO INDUSTRIALE: GLI APPUNTAMENTI DEL FINE SETTIMANA
Di seguito gli appuntamenti per il fine settimana del Museo del Patrimonio Industriale, in via della Beverara 123.
Sabato 18 febbraio alle 15,30, sarà proposto il laboratorio "La fata elettricità",dedicato ai ragazzi dagli 8 ai 12 anni...
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Di seguito gli appuntamenti per il fine settimana del Museo del Patrimonio Industriale, in via della Beverara 123.
Sabato 18 febbraio alle 15,30, sarà proposto il laboratorio "La fata elettricità",dedicato ai ragazzi dagli 8 ai 12 anni.
Alla fine del XIX secolo si diffuse in Europa e in America il fenomeno della “fisica popolare” col quale si mostravano al grande pubblico le curiosità del mondo scientifico, percepito allora come invisibile e misterioso e che suscitava sorpresa e meraviglia. È proprio in quel contesto che il fenomeno elettrico assunse il curioso nome di fata elettricità.
Traendo spunto da questa antica tradizione divulgativa, il Museo ha pensato un laboratorio in cui svolgere prove, verifiche e giochi per mostrare ai ragazzi in maniera divertente che cos'è l'elettricità e come e perché si manifestano i fenomeni elettrici ed elettromagnetici.
Un affascinante percorso che dai primi esperimenti di Talete di Mileto sull'elettricità statica passando dagli studi di Gilbert sulle proprietà delle cariche elettriche, fino alla costruzione delle prime macchine elettrostatiche in grado di produrre scintille, all'invenzione della pila di Volta nel 1799 e agli esperimenti di Faraday sull'induzione elettromagnetica, condurrà i ragazzi alla scoperta dei principali fenomeni elettrici ed elettromagnetici e delle loro applicazioni, sfruttando divertenti giochi come “la danza dei forzati”, “il pendolino elettrico”, “la pila con le mani” e “il fulmine in bottiglia”.
Il laboratorio e l’ingresso al Museo sono gratuiti per i ragazzi e un accompagnatore.
L’ingresso al Museo è – per tutti gli altri – a pagamento, secondo il tariffario dell’Istituzione Musei del Comune di Bologna.
Domenica 19 febbraio, alle 16, si terrà il percorso guidato“Vivere a Bologna nell’Ottocento”,un approfondimento sui cambiamenti avvenuti a Bologna nel corso del XIX secolo.
Il XIX secolo ha rappresentato per Bologna un'epoca di profondi mutamenti sociali, urbanistici, economici e storici che hanno modificato radicalmente l’aspetto della città, le abitudini e i modi di vita dei bolognesi.
L'occupazione napoleonica e la successiva restaurazione pontificia portano al collasso definitivo l'industria della seta, per secoli punto di forza dell'economia cittadina, costringendo la città a ripiegarsi in un'economia legata alla trasformazione di prodotti agricoli e a ricercare nuove forme di produzione sul modello della Rivoluzione Industriale.
I primi importanti segnali di rinascita si avvertono intorno agli anni Cinquanta quando vengono organizzate alcune importanti Mostre artigiane e industriali di respiro regionale e nazionale, mentre comincia ad operare con sempre maggiore efficacia l'Istituzione Aldini-Valeriani, il cui modello educativo si rifà alle più importanti scuole tecniche europee.
L'unificazione nazionale, nel 1860-’61, fa assumere all'appena edificata stazione ferroviaria il ruolo di nodo commerciale strategico tra Nord e Sud della penisola.
Contemporaneamente, il Comune promuove lavori pubblici destinati a modificare l'assetto del centro storico, aprendo – ad esempio – la spaziosissima Via Indipendenza, abbellendo i palazzi del governo e altri luoghi di pubblico decoro. La città affida in gestione a concessionarie private la rete di illuminazione a gas, avvia le prime tramvie a cavalli e ripristina l'antico acquedotto romano nel 1881. Altri interventi interessano gli impianti fognari, le nuove sedi del macello e dei mercati alimentari.
Nascono le prime grandi officine meccaniche dislocate fuori dalla cerchia muraria trecentesca: Calzoni, De Morsier e Barbieri a Castel Maggiore, antesignane del futuro distretto meccanico del XX secolo.
La visita guidata è gratuita mentre l’ingresso al Museo è a pagamento secondo il tariffario dell'Istituzione Musei Civici del Comune di Bologna.
Info:
tel 051.6356611; mail: museopat@comune.bologna.it
www.comune.bologna.it/patrimonio industriale
È possibile raggiungere il Museo del Patrimonio Industriale, via della Beverara 123 dal centro e dall'autostazione con l'autobus n° 17 (festivi 11A), fermata Beverara e dalla tangenziale uscita n° 5 con possibilità di ampio parcheggio.
Sabato 18 febbraio alle 15,30, sarà proposto il laboratorio "La fata elettricità",dedicato ai ragazzi dagli 8 ai 12 anni.
Alla fine del XIX secolo si diffuse in Europa e in America il fenomeno della “fisica popolare” col quale si mostravano al grande pubblico le curiosità del mondo scientifico, percepito allora come invisibile e misterioso e che suscitava sorpresa e meraviglia. È proprio in quel contesto che il fenomeno elettrico assunse il curioso nome di fata elettricità.
Traendo spunto da questa antica tradizione divulgativa, il Museo ha pensato un laboratorio in cui svolgere prove, verifiche e giochi per mostrare ai ragazzi in maniera divertente che cos'è l'elettricità e come e perché si manifestano i fenomeni elettrici ed elettromagnetici.
Un affascinante percorso che dai primi esperimenti di Talete di Mileto sull'elettricità statica passando dagli studi di Gilbert sulle proprietà delle cariche elettriche, fino alla costruzione delle prime macchine elettrostatiche in grado di produrre scintille, all'invenzione della pila di Volta nel 1799 e agli esperimenti di Faraday sull'induzione elettromagnetica, condurrà i ragazzi alla scoperta dei principali fenomeni elettrici ed elettromagnetici e delle loro applicazioni, sfruttando divertenti giochi come “la danza dei forzati”, “il pendolino elettrico”, “la pila con le mani” e “il fulmine in bottiglia”.
Il laboratorio e l’ingresso al Museo sono gratuiti per i ragazzi e un accompagnatore.
L’ingresso al Museo è – per tutti gli altri – a pagamento, secondo il tariffario dell’Istituzione Musei del Comune di Bologna.
Domenica 19 febbraio, alle 16, si terrà il percorso guidato“Vivere a Bologna nell’Ottocento”,un approfondimento sui cambiamenti avvenuti a Bologna nel corso del XIX secolo.
Il XIX secolo ha rappresentato per Bologna un'epoca di profondi mutamenti sociali, urbanistici, economici e storici che hanno modificato radicalmente l’aspetto della città, le abitudini e i modi di vita dei bolognesi.
L'occupazione napoleonica e la successiva restaurazione pontificia portano al collasso definitivo l'industria della seta, per secoli punto di forza dell'economia cittadina, costringendo la città a ripiegarsi in un'economia legata alla trasformazione di prodotti agricoli e a ricercare nuove forme di produzione sul modello della Rivoluzione Industriale.
I primi importanti segnali di rinascita si avvertono intorno agli anni Cinquanta quando vengono organizzate alcune importanti Mostre artigiane e industriali di respiro regionale e nazionale, mentre comincia ad operare con sempre maggiore efficacia l'Istituzione Aldini-Valeriani, il cui modello educativo si rifà alle più importanti scuole tecniche europee.
L'unificazione nazionale, nel 1860-’61, fa assumere all'appena edificata stazione ferroviaria il ruolo di nodo commerciale strategico tra Nord e Sud della penisola.
Contemporaneamente, il Comune promuove lavori pubblici destinati a modificare l'assetto del centro storico, aprendo – ad esempio – la spaziosissima Via Indipendenza, abbellendo i palazzi del governo e altri luoghi di pubblico decoro. La città affida in gestione a concessionarie private la rete di illuminazione a gas, avvia le prime tramvie a cavalli e ripristina l'antico acquedotto romano nel 1881. Altri interventi interessano gli impianti fognari, le nuove sedi del macello e dei mercati alimentari.
Nascono le prime grandi officine meccaniche dislocate fuori dalla cerchia muraria trecentesca: Calzoni, De Morsier e Barbieri a Castel Maggiore, antesignane del futuro distretto meccanico del XX secolo.
La visita guidata è gratuita mentre l’ingresso al Museo è a pagamento secondo il tariffario dell'Istituzione Musei Civici del Comune di Bologna.
Info:
tel 051.6356611; mail: museopat@comune.bologna.it
www.comune.bologna.it/patrimonio industriale
È possibile raggiungere il Museo del Patrimonio Industriale, via della Beverara 123 dal centro e dall'autostazione con l'autobus n° 17 (festivi 11A), fermata Beverara e dalla tangenziale uscita n° 5 con possibilità di ampio parcheggio.