QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLA LIBRERIA ZANICHELLI
L'assessore alla Qualità Urbana, Patrizia Gabellini, nel rispondere alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli ha sottolineato come il Comune di Bologna, proprietario dell'immobile che ospita la storica libreria Zanichelli che p...
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L'assessore alla Qualità Urbana, Patrizia Gabellini, nel rispondere alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli ha sottolineato come il Comune di Bologna, proprietario dell'immobile che ospita la storica libreria Zanichelli che prossimamente cesserà l'attività, sia impegnato a trovare una soluzione per favorire all'interno dello spazio di Piazza Galvani la presenza di una libreria o di un'attività analoga.
La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega Nord):
"Abbiamo letto un articolo di stampa che ci ha fatto capire ancora meglio come stia cambiando il volto della città: chiude la libreria Zanichelli in piazza Galvani: la disdetta del contratto è già stata presentata al Comune dalla ditta e chiuderanno, con la libreria, anche i battenti della saletta dove era solito fermarsi Carducci a leggere e conversare.
Per questo motivo chiedo al Sindaco se sia possibile inserire nel nostro Regolamento Urbanistico Edilizio una norma volta a impedire che gli spazi della libreria Zanichelli possano mutare la destinazione d'uso, lasciando, in particolare, la destinazione a spazio dedicato a libreria, come è attualmente."
La risposta dell'assessore alla Qualità Urbana Patrizia Gabellini:
"Temo di non poterla rassicurare oltre una certa misura, adesso spiegherò il perché ci troviamo di fronte a delle obiettive limitazioni. Partiamo dal fatto di condividere pienamente l'obiettivo di mantenere all'interno della città alcune presenze articolate, quello che chiamiamo una vivacità di presenze che hanno nella tradizione anche delle botteghe una componente fondamentale; quindi partiamo da questo e vediamo cosa già è stato fatto e cosa possiamo fare nel caso specifico.
Per quel che riguarda il Regolamento Urbanistico Edilizio già noi ci ponemmo questo problema, infatti nell'art. 32 del RUE vigente avevamo individuato come modalità per ovviare al fatto che la legislazione nazionale, le direttive regionali lasciano comunque ampio spazio alla dinamica commerciale proprio per cercare di mantenere questa presenza importante in città abbiamo previsto le cosiddette strade centralità, dove non è previsto un cambio d'uso per esempio verso sevizi economici/amministrativi, quando abbiamo fatto il RUE eravamo di fronte al problema dell'invasione della trasformazione di molti spazi commerciali/artigianali in banche e sportelli bancari e quindi abbiamo previsto il fatto di non poter andare in quella direzione e mantenere vetrine su strada consentendo con un intervento sull'edilizia, perché di questo stiam parlando, cercando di disincentivare dei processi rispetto ai quali abbiamo obiettivamente dei limiti, questo per ciò che riguarda il RUE e la destinazione degli immobili. Entriamo nel merito di che cosa c'è dentro gli immobili, in questo caso parliamo di un bene culturale la presenza della libreria Zanichelli con lo spazio ricostruito per la lettura del Carducci è a tutti gli effetti un bene culturale a questo punto ci confrontiamo con la competenza in campo di beni culturali che è quello della Soprintendenza e dobbiamo prendere atto di quello che nel tempo si è verificato per situazioni di questo tipo. In alcune occasioni le Soprintendenze hanno tentato di arginare il problema della trasformazione degli esercizi commerciali di carattere storico tradizionale utilizzando lo strumento del vincolo con dichiarazione di interesse dell'immobile nel quale si svolgeva questa attività, utilizzando l'interesse come motivazione, l'interesse storico relazionale dell'attività stessa. Alcuni di questi provvedimenti sono stati impugnati dai proprietari degli stabili, hanno dato origine a un contenzioso amministrativo che si è risolto con pronunce che hanno negato l'applicabilità di tale potere alle attività svolte negli immobili tutelati. Anche la Corte costituzionale (sentenza 118/1990) che ha chiarito che i provvedimenti di vincolo (sia per interesse culturale diretto sia per interesse "relazionale" come nel nostro caso) non possono applicarsi alle attività che si svolgono nell'immobile vincolato e che quindi l’utilizzazione non ha un valore autonomo , non può essere autonomamente trattato, separato e distinto, dalle cose e quindi dal bene all'interno del quale l'attività è custodita, ciò che riguarda l'ambiente ciò che riguarda l'attività devono essere considerati un tutt'uno. La nostra Soprintendenza è stata su questo punto particolare della Zanichelli è stata sentita e ha confermato il fatto che è illegittimo dal loro punto di vista fare un'operazione di vincolo dell'attività.
In alternativa si può esplorare il percorso delle botteghe storiche. Il Comune di Bologna già dal 2000 in applicazione del D.Lgs. 114/98 e della L.R. 14/99, ha istituito un apposito Albo delle Botteghe Storiche, così da unire l'involucro all'attività
La Regione Emilia Romagna è intervenuta con LR 5/2008 “Promozione e valorizzazione delle botteghe storiche” cui ha fatto seguito una delibera del Consiglio Comunale di Bologna del gennaio 2009, con la definizione dei criteri di iscrizione ad apposito Albo delle attività commerciali ed artigianali aventi valore storico, artistico, architettonico ed ambientale, che costituiscono testimonianza della storia, dell'arte, della cultura e della tradizione imprenditoriale e mercatale locale. Quindi c'è un preciso intervento nel merito delle botteghe storiche con una Legge regionale di appoggio e una delibera del Consiglio comunale.
L’iscrizione all’Albo è subordinata, per legge, alla richiesta formale del gestore del locale con l’assenso del proprietario, di questo locale noi siamo il proprietario, ovviamente diamo l'assenso ma il gestore non ha mai fatto richiesta di iscrizione all'albo come bottega storica.
Quindi con il RUE abbiamo fatto quello che potevamo fare con le botteghe storiche c'è questo spazio, qui siamo di fronte al fatto che non ci si è mossi per riconoscerne il valore. Quello che possiamo fare oggi, ripeto che siamo tutti convinti della rilevanza di questa cosa, lo ripeto perché non ci siano dubbi al riguardo. Quello che possiamo fare essendo proprietari dell'immobile: possiamo pensare di acquisire i beni mobili, ed è inutile che vi dica che quello spazio è di grande pregio e che noi abbiamo un problema di valorizzazione del nostro patrimonio, e che non lo possiamo mettere sul mercato sottocosto, perché questo ci porrebbe anche un problema di alterazione della concorrenza. Quello che stiamo studiando è di poter trovare modo nel bando di gara di favorire l'insediamento di una libreria, per esempio, di un'attività che sia analoga a questa e che quindi ci consenta di ovviare al problema dell'omologazione per cui arrivano solo certi tipi di negozi, che è un obiettivo del provvedimento".
La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega Nord):
"Abbiamo letto un articolo di stampa che ci ha fatto capire ancora meglio come stia cambiando il volto della città: chiude la libreria Zanichelli in piazza Galvani: la disdetta del contratto è già stata presentata al Comune dalla ditta e chiuderanno, con la libreria, anche i battenti della saletta dove era solito fermarsi Carducci a leggere e conversare.
Per questo motivo chiedo al Sindaco se sia possibile inserire nel nostro Regolamento Urbanistico Edilizio una norma volta a impedire che gli spazi della libreria Zanichelli possano mutare la destinazione d'uso, lasciando, in particolare, la destinazione a spazio dedicato a libreria, come è attualmente."
La risposta dell'assessore alla Qualità Urbana Patrizia Gabellini:
"Temo di non poterla rassicurare oltre una certa misura, adesso spiegherò il perché ci troviamo di fronte a delle obiettive limitazioni. Partiamo dal fatto di condividere pienamente l'obiettivo di mantenere all'interno della città alcune presenze articolate, quello che chiamiamo una vivacità di presenze che hanno nella tradizione anche delle botteghe una componente fondamentale; quindi partiamo da questo e vediamo cosa già è stato fatto e cosa possiamo fare nel caso specifico.
Per quel che riguarda il Regolamento Urbanistico Edilizio già noi ci ponemmo questo problema, infatti nell'art. 32 del RUE vigente avevamo individuato come modalità per ovviare al fatto che la legislazione nazionale, le direttive regionali lasciano comunque ampio spazio alla dinamica commerciale proprio per cercare di mantenere questa presenza importante in città abbiamo previsto le cosiddette strade centralità, dove non è previsto un cambio d'uso per esempio verso sevizi economici/amministrativi, quando abbiamo fatto il RUE eravamo di fronte al problema dell'invasione della trasformazione di molti spazi commerciali/artigianali in banche e sportelli bancari e quindi abbiamo previsto il fatto di non poter andare in quella direzione e mantenere vetrine su strada consentendo con un intervento sull'edilizia, perché di questo stiam parlando, cercando di disincentivare dei processi rispetto ai quali abbiamo obiettivamente dei limiti, questo per ciò che riguarda il RUE e la destinazione degli immobili. Entriamo nel merito di che cosa c'è dentro gli immobili, in questo caso parliamo di un bene culturale la presenza della libreria Zanichelli con lo spazio ricostruito per la lettura del Carducci è a tutti gli effetti un bene culturale a questo punto ci confrontiamo con la competenza in campo di beni culturali che è quello della Soprintendenza e dobbiamo prendere atto di quello che nel tempo si è verificato per situazioni di questo tipo. In alcune occasioni le Soprintendenze hanno tentato di arginare il problema della trasformazione degli esercizi commerciali di carattere storico tradizionale utilizzando lo strumento del vincolo con dichiarazione di interesse dell'immobile nel quale si svolgeva questa attività, utilizzando l'interesse come motivazione, l'interesse storico relazionale dell'attività stessa. Alcuni di questi provvedimenti sono stati impugnati dai proprietari degli stabili, hanno dato origine a un contenzioso amministrativo che si è risolto con pronunce che hanno negato l'applicabilità di tale potere alle attività svolte negli immobili tutelati. Anche la Corte costituzionale (sentenza 118/1990) che ha chiarito che i provvedimenti di vincolo (sia per interesse culturale diretto sia per interesse "relazionale" come nel nostro caso) non possono applicarsi alle attività che si svolgono nell'immobile vincolato e che quindi l’utilizzazione non ha un valore autonomo , non può essere autonomamente trattato, separato e distinto, dalle cose e quindi dal bene all'interno del quale l'attività è custodita, ciò che riguarda l'ambiente ciò che riguarda l'attività devono essere considerati un tutt'uno. La nostra Soprintendenza è stata su questo punto particolare della Zanichelli è stata sentita e ha confermato il fatto che è illegittimo dal loro punto di vista fare un'operazione di vincolo dell'attività.
In alternativa si può esplorare il percorso delle botteghe storiche. Il Comune di Bologna già dal 2000 in applicazione del D.Lgs. 114/98 e della L.R. 14/99, ha istituito un apposito Albo delle Botteghe Storiche, così da unire l'involucro all'attività
La Regione Emilia Romagna è intervenuta con LR 5/2008 “Promozione e valorizzazione delle botteghe storiche” cui ha fatto seguito una delibera del Consiglio Comunale di Bologna del gennaio 2009, con la definizione dei criteri di iscrizione ad apposito Albo delle attività commerciali ed artigianali aventi valore storico, artistico, architettonico ed ambientale, che costituiscono testimonianza della storia, dell'arte, della cultura e della tradizione imprenditoriale e mercatale locale. Quindi c'è un preciso intervento nel merito delle botteghe storiche con una Legge regionale di appoggio e una delibera del Consiglio comunale.
L’iscrizione all’Albo è subordinata, per legge, alla richiesta formale del gestore del locale con l’assenso del proprietario, di questo locale noi siamo il proprietario, ovviamente diamo l'assenso ma il gestore non ha mai fatto richiesta di iscrizione all'albo come bottega storica.
Quindi con il RUE abbiamo fatto quello che potevamo fare con le botteghe storiche c'è questo spazio, qui siamo di fronte al fatto che non ci si è mossi per riconoscerne il valore. Quello che possiamo fare oggi, ripeto che siamo tutti convinti della rilevanza di questa cosa, lo ripeto perché non ci siano dubbi al riguardo. Quello che possiamo fare essendo proprietari dell'immobile: possiamo pensare di acquisire i beni mobili, ed è inutile che vi dica che quello spazio è di grande pregio e che noi abbiamo un problema di valorizzazione del nostro patrimonio, e che non lo possiamo mettere sul mercato sottocosto, perché questo ci porrebbe anche un problema di alterazione della concorrenza. Quello che stiamo studiando è di poter trovare modo nel bando di gara di favorire l'insediamento di una libreria, per esempio, di un'attività che sia analoga a questa e che quindi ci consenta di ovviare al problema dell'omologazione per cui arrivano solo certi tipi di negozi, che è un obiettivo del provvedimento".