CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DELLA CONSIGLIERA CATHY LA TORRE (AMELIA PER BO) SUL DIRITTO DI CITTADINANZA
Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta della consigliera Cathy La Torre (Amelia per Bo) sul diritto di cittadinanza
"Oggi vorrei portare all’attenzione di quest’aula e dei cittadini e delle cittadine bolognesi una v...
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Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta della consigliera Cathy La Torre (Amelia per Bo) sul diritto di cittadinanza
"Oggi vorrei portare all’attenzione di quest’aula e dei cittadini e delle cittadine bolognesi una vicenda che si sta svolgendo nella vicina Modena, ma che potrebbe avere luogo nella nostra città, come altrove nel paese. Andrea e Senad sono due fratelli poco più che ventenni di origine bosniaca nati a Sassuolo e lì sempre vissuti. Nel frattempo la Jugoslavia, il paese dei loro genitori, veniva dilaniato da una guerra devastante e diviso in più stati. Andrea e Senad rimanevano così tra noi senza un passaporto e senza una cittadinanza riconosciuta in carta bollata. Andrea e Senad parlano italiano, hanno frequentato le scuole italiane, non hanno mai lasciato l’Italia, in Italia sono cresciuti come nostri concittadini. Ma formalmente non hanno una cittadinanza. E per questo sono rinchiusi dal 10 febbraio presso il Centro di Identificazione ed Espulsione di Modena. Vorrei soffermarmi sulle parole: identificazione – problema non difficile da risolvere: basterà presentarsi all’anagrafe di nascita dei due ragazzi e chiedere un loro certificato di nascita. Espulsione – qui cominciano le difficoltà: espulsione verso dove? Non esistendo paese di cittadinanza come potrà essere eseguita l’espulsione? Stando ai “compiti” della struttura: l’identificazione è già avvenuta e l’espulsione non potrà mai avvenire. Dunque: perché lo Stato Italiano sta trattenendo questi due fratelli? E perché i contribuenti pagano alla Confraternita della Misericordia di Daniele Giovanardi (fratello dell’Onorevole Carlo – che è infatti prontamente, e con la delicatezza che gli è propria, intervenuto sul tema - ricordiamo che la stessa organizzazione gestisce anche il CIE bolognese) dicevo, perché la collettività sta pagando per la detenzione di Andrea e Senad? Come ho già detto in quest’aula personalmente trovo iniquo l’istituto stesso dei CIE. Iniquo e ambiguo dal punto di vista del diritto – perché stiamo parlando di privazione della libertà personale in presenza di un “reato” amministrativo e non a seguito di un reato penale e di un giusto processo. Ma nel caso specifico come si configura questo trattenimento? Trattenimento che non è utile nemmeno a raggiungere lo scopo dichiarato della struttura: identificazione e espulsione. Direi, a giudicare dai fatti, come un’inutile sevizia. Questa mattina il Giudice di Pace di Modena ha rinviato l’udienza di convalida del trattenimento a lunedì 19 marzo.
Se non interverranno fatti nuovi Andrea e Senad potrebbero “trascorrere” tutti i 18 (Diciotto!!) mesi di “trattenimento amministrativo” previsti dalla legge come “ospiti” del CIE di Modena. Colleghi permettetemi di tradurre: se non interverranno fatti nuovi Andrea e Senad potrebbero scontare tutti i 18 (Diciotto!!) mesi di pena come detenuti del Carcere per stranieri, apolidi, senza documenti di Modena. Questa vicenda ci interroga ancora una volta sulla mostruosità di questi non luoghi. E ci ripropone il tema urgentissimo di una riforma della legge sull’acquisizione della cittadinanza italiana, al centro della campagna “L’Italia sono anch’io” che si è da poco conclusa e sollevato anche dal Presidente della Repubblica Napolitano Cosa faremo con le seconde e le terze generazioni di migranti che stanno crescendo? Li espelleremo quando si troveranno ad essere precari o disoccupati come capita a tanti giovani di cittadinanza italiana? Per questo rilancio l’appello per la liberazione di Andrea e Senad e invito a sottoscrivere la petizione che da alcuni giorni sta circolando in rete promossa dall’Associazione Giù le Frontiere e che significativamente si intitola “l’Italia è anche Andrea a Senad.”
"Oggi vorrei portare all’attenzione di quest’aula e dei cittadini e delle cittadine bolognesi una vicenda che si sta svolgendo nella vicina Modena, ma che potrebbe avere luogo nella nostra città, come altrove nel paese. Andrea e Senad sono due fratelli poco più che ventenni di origine bosniaca nati a Sassuolo e lì sempre vissuti. Nel frattempo la Jugoslavia, il paese dei loro genitori, veniva dilaniato da una guerra devastante e diviso in più stati. Andrea e Senad rimanevano così tra noi senza un passaporto e senza una cittadinanza riconosciuta in carta bollata. Andrea e Senad parlano italiano, hanno frequentato le scuole italiane, non hanno mai lasciato l’Italia, in Italia sono cresciuti come nostri concittadini. Ma formalmente non hanno una cittadinanza. E per questo sono rinchiusi dal 10 febbraio presso il Centro di Identificazione ed Espulsione di Modena. Vorrei soffermarmi sulle parole: identificazione – problema non difficile da risolvere: basterà presentarsi all’anagrafe di nascita dei due ragazzi e chiedere un loro certificato di nascita. Espulsione – qui cominciano le difficoltà: espulsione verso dove? Non esistendo paese di cittadinanza come potrà essere eseguita l’espulsione? Stando ai “compiti” della struttura: l’identificazione è già avvenuta e l’espulsione non potrà mai avvenire. Dunque: perché lo Stato Italiano sta trattenendo questi due fratelli? E perché i contribuenti pagano alla Confraternita della Misericordia di Daniele Giovanardi (fratello dell’Onorevole Carlo – che è infatti prontamente, e con la delicatezza che gli è propria, intervenuto sul tema - ricordiamo che la stessa organizzazione gestisce anche il CIE bolognese) dicevo, perché la collettività sta pagando per la detenzione di Andrea e Senad? Come ho già detto in quest’aula personalmente trovo iniquo l’istituto stesso dei CIE. Iniquo e ambiguo dal punto di vista del diritto – perché stiamo parlando di privazione della libertà personale in presenza di un “reato” amministrativo e non a seguito di un reato penale e di un giusto processo. Ma nel caso specifico come si configura questo trattenimento? Trattenimento che non è utile nemmeno a raggiungere lo scopo dichiarato della struttura: identificazione e espulsione. Direi, a giudicare dai fatti, come un’inutile sevizia. Questa mattina il Giudice di Pace di Modena ha rinviato l’udienza di convalida del trattenimento a lunedì 19 marzo.
Se non interverranno fatti nuovi Andrea e Senad potrebbero “trascorrere” tutti i 18 (Diciotto!!) mesi di “trattenimento amministrativo” previsti dalla legge come “ospiti” del CIE di Modena. Colleghi permettetemi di tradurre: se non interverranno fatti nuovi Andrea e Senad potrebbero scontare tutti i 18 (Diciotto!!) mesi di pena come detenuti del Carcere per stranieri, apolidi, senza documenti di Modena. Questa vicenda ci interroga ancora una volta sulla mostruosità di questi non luoghi. E ci ripropone il tema urgentissimo di una riforma della legge sull’acquisizione della cittadinanza italiana, al centro della campagna “L’Italia sono anch’io” che si è da poco conclusa e sollevato anche dal Presidente della Repubblica Napolitano Cosa faremo con le seconde e le terze generazioni di migranti che stanno crescendo? Li espelleremo quando si troveranno ad essere precari o disoccupati come capita a tanti giovani di cittadinanza italiana? Per questo rilancio l’appello per la liberazione di Andrea e Senad e invito a sottoscrivere la petizione che da alcuni giorni sta circolando in rete promossa dall’Associazione Giù le Frontiere e che significativamente si intitola “l’Italia è anche Andrea a Senad.”