Comunicati stampa

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CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE MIRCO PIERALISI (AMELIA PER BO) SULL'ATTENTATO DI BRINDISI E LA SCUOLA PUBBLICA


Si trasmette il testo dell'intervento d'inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (Amelia per Bo) sull'attentato di Brindisi e la scuola pubblica.

"Non voglio raccontare il dolore e la collera per quello che è accaduto davanti alla scuola...

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Si trasmette il testo dell'intervento d'inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (Amelia per Bo) sull'attentato di Brindisi e la scuola pubblica.

"Non voglio raccontare il dolore e la collera per quello che è accaduto davanti alla scuola Falcone Morvillo. Altri lo hanno fatto con parole intense e calde tali da dare voce ai nostri sentimenti. Non riesco a pronunciare il nome di Melissa meglio di come lo hanno fatto le sue compagne e i suoi compagni. Ho chiesto la parola perchè voglio uscire dalla nebbia, perché voglio dimostrare a me stesso che la vita è più forte della morte, perché la mia prima reazione è stata di dimostrare che siamo veramente vivi.
Siamo vivi perché esistono grandi passioni collettive che animano il lavoro di persone come Don Ciotti e dei ragazzi che alla sua esperienza si ispirano in tante scuole d'Italia, come ho potuto vedere anche nella nostra città.
Siamo vivi perché esistono persone come le amiche di Melissa che riescono a dire e a dirsi che non devono avere paura.
Siamo vivi perché dove batte il cuore e il cervello di questo paese ci sono persone giovani e adulte che educano e si educano alla democrazia e alla cittadinanza attiva e consapevole, come accade anche oggi nelle nostre scuole ricordando Melissa.
Siamo vivi anche nelle piccole cose, che sono importanti quando mettono insieme persone diverse per costruire una piccola possibilità di futuro in più. Abbiamo conosciuto le mamme e i papà che chiedono di avere niente di più che una sezione di liceo musicale in una scuola che c'è già e che pazientemente passano di palazzo in palazzo per ottenere ciò che dovrebbe essere non un dovere ma un punto d'orgoglio della scuola pubblica.
Siamo vivi perché nella nostra città crescono bambini che parlano con la cadenza bolognese, perché esistono scuole, istituzioni, associazioni e volontari che si adoperano per l'integrazione e l'accoglienza dei migranti.
Ma siamo ugualmente vivi, perché nella nostra città genitori, insegnanti, educatrici e dade, si preoccupano del nostro futuro, che è il futuro dei nostri bambini, anche di quelli più piccoli.
Sono venuti anche qui e verranno a chiederci di essere all'altezza della nostra storia. Noi rispondiamo che c'è la crisi, che il Comune è sottoposto a vincoli di spesa per legge. Loro dicono che bisogna non chiedere, ma esigere dallo Stato l'apertura di scuole dell'infanzia, ci dicono che non è possibile stare dentro al patto di stabilità per le spese relative all'istruzione e i servizi educativi. Noi rispondiamo che facciamo quanto possiamo e loro ci dicono che dobbiamo fare di più. Sono persone che hanno idee diverse, alcune sono stanche e non hanno più fiducia in noi, altre, all'opposto, non chiedono altro che prenderci per mano e di camminare insieme per una soluzione condivisa. In mezzo tante idee e sfumature diverse, ma tutte in comune hanno alcune richieste molto precise:
Chi chiede una scuola dell'infanzia pubblica laica, gratuita (comunale o statale) deve averla. Nessun bambino escluso. Lo stato deve intervenire ai sensi della legge del 1968 che istituisce la Scuola Materna Statale, a partire dall'apertura di nuove sezioni dal prossimo anno scolastico. Nell'immediato bisogna trovare soluzioni condivise per l'avvio del nuovo anno scolastico senza avviare processi generalizzati di esternalizzazione.
Nel medio e lungo periodo le soluzioni per la scuola dell'infanzia devono accentuare l'aspetto pubblico in termini di partecipazione (e passione) dei cittadini. Gli strumenti politici, legislativi ed amministrativi vanno trovati e le pressioni politiche vanno esercitate. I bambini e le bambine, compresi quelli più fragili e i disabili devono contare sulla certezza di avere insegnanti stabili e qualificate. Allo stesso modo, l'attuale impegno dell'amministrazione per i nidi non può venir meno, perché i nidi comunali non sono solo un servizio educativo di qualità ma anche un punto di riferimento per altre forme di educazione e cura condivisa dei bambini.
Nei prossimi giorni parleranno gli scioperi e le manifestazioni. La democrazia è anche questo e personalmente mi sento vicino alle preoccupazioni e a molte delle ragioni delle lavoratrici madri, insegnanti ed educatrici. Penso che l'amministrazione non possa ignorare le loro proposte, le loro ragioni e la loro energia e spero che un dialogo costruttivo riprenda.
Probabilmente, per costruire il futuro bisogna davvero aprire, non a parole, un percorso democratico, mettendoci in discussione fino in fondo, anche dando corso e regole alla legge regionale 115/2010 che definisce nuovi orizzonti di partecipazione. La partecipazione è diversa dalla consultazione. Essa va condotta prima che le decisioni siano prese e l'amministrazione, prima di decidere, deve sottoporsi ad una discussione alla pari con i soggetti partecipanti da cui emerge una proposta finale.
Sarebbe un ottima cosa che su temi fondanti il nostro essere Comune e comunità, aprissimo nuove frontiere: affrontare la crisi crescendo in democrazia, cominciando a discutere della crescita per eccellenza, quella dei nostri figli. Della vita insomma".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:14
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