NETTUNO D'ORO PROF. MARIO CAPECCHI, L'INTERVENTO DEL SINDACO DI BOLOGNA VIRGINIO MEROLA
Il Sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha consegnato oggi pomeriggio nell'Aula del Consiglio comunale il Nettuno d'Oro - onoreficenza conferita a cittadini che abbiano onorato, con la propria attività professionale e pubblica, la città di Bologna...
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Il Sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha consegnato oggi pomeriggio nell'Aula del Consiglio comunale il Nettuno d'Oro - onoreficenza conferita a cittadini che abbiano onorato, con la propria attività professionale e pubblica, la città di Bologna - al prof. Mario Capecchi, Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia 2007.
Si trasmette l'intervento del Sindaco Virginio Merola:
"In questi anni il professor Mario Capecchi ha collaborato alle attività di formazione scientifica che hanno riguardato studenti e giovani ricercatori bolognesi. Il contributo del professor Capecchi alla formazione di giovani ricercatori bolognesi, che lavorano nel laboratorio dell’Istituto di Medicina che egli dirige presso l’Università di Salt Lake City, è alto. Dopo il conferimento della laurea ad honorem da parte dell’Università di Bologna – nel maggio 2007 - il professor Capecchi ha contribuito all’importante esperienza della Scuola Europea di Medicina Genetica guidata dal professor Giovanni Romeo ed alla formazione dei nostri giovani ricercatori.
A tal proposito vorrei ringraziare il professor Giovanni Romeo, che ha reso possibile la presenza del professor Capecchi a Bologna e per il lavoro svolto negli ultimi dieci anni dalla Scuola Europea di Medicina Genetica nel formare i propri giovani medici e ricercatori.
Quei giovani che rappresentano il futuro del nostro Paese e della nostra città. A noi spetta dunque una sfida cruciale che dovremo vincere: garantire un futuro ai giovani e alla ricerca cominciando dal presente senza usare il termine futuro per rinviare. Perché la ricerca scientifica in campo medico, e il professor Capecchi ne è testimone, è una delle protagoniste della lotta quotidiana di medici e ricercatori alle malattie che producono sofferenza a migliaia di persone. La ricerca è importante in ogni campo essa venga perpetrata, rappresenta il progresso per una società che deve migliorarsi ed essere sempre più all’avanguardia.
Per permettere tutto ciò dobbiamo invertire quella tendenza che ha visto anni di tagli sulla ricerca. E’ ora di dirlo chiaramente: non possiamo più permetterci di vedere le risorse pubbliche diminuire in un settore così vitale, rischiamo di pagare le conseguenze di tale errore a lungo termine. Non possiamo risparmiare sul futuro dei nostri giovani, vorrebbe dire non dare un futuro al nostro Paese. La nostra Università con il Rettore sta facendo al meglio per continuare a garantire la qualità didattica e il diritto allo studio e per prima ha affrontato una riorganizzazione complessa così come previsto dalla legge.
E’ giusto dare la possibilità alle ragazze e ai ragazzi, alle giovani ricercatrici e ai giovani ricercatori, di fare esperienza all’estero, accrescere il proprio bagaglio culturale e scientifico. Ma è un nostro dovere, prima ancora che un loro diritto, avere la possibilità di offrire tutti gli strumenti necessari ai giovani ricercatori per rimanere nel nostro Paese, e portare avanti quegli studi che consentiranno al mondo un futuro migliore.
Rinunciare come Stato a investire sull’istruzione e la ricerca è un grave errore.
Il rigore necessario non può procedere per tagli lineari, ma selezionare le priorità garantendo prima di tutto le risorse necessarie per la scuola, l’Università e la ricerca.
Dobbiamo essere in grado di poter offrire opportunità anche ai migliori talenti che dall’estero vengono in Italia a studiare affinché decidano poi di stabilirsi nel nostro Paese.
Ringrazio l’Università di Bologna, e in particolare il Rettore Ivano Dionigi, per quanto l’Ateneo bolognese sta facendo per i nostri studenti, in un periodo di crisi economica e di tagli ai finanziamenti che gravano anche sugli atenei italiani. L'Alma Mater ha infatti stanziato fondi per assumere diverse decine di ricercatori, nonostante in Italia ormai non lo faccia più nessuno. E investe per coprire borse di studio per attrarre studenti "eccellenti" dall'estero.
E insieme all'Università vogliamo condividere un nuovo protocollo di intesa che rafforzi la collaborazione sempre più stretta tra la città e l’Università.
E’ dunque fondamentale e strategico proseguire la via già da tempo tracciata della proficua integrazione tra città e Università. Del resto l’attrattività del sistema di ricerca e di formazione deve coniugarsi con una capacità di accoglienza e integrazione affinché ci sia un impatto positivo dei talenti accolti sulla città, e sul suo sviluppo economico e culturale.
Ricerca e formazione è quanto ha fatto per anni il professor Mario Capecchi, dall’inizio della sua carriera fino ad oggi, arrivando a conseguire il Premio Nobel per gli straordinari successi in campo medico-scientifico.
Il professor Capecchi ha saputo profondere il proprio impegno nella divulgazione e nell’insegnamento. Tanti giovani hanno e stanno imparando molto grazie ai suoi insegnamenti, donando speranza al futuro di noi tutti.
Sono perciò onorato di poter consegnare al professor Mario Capecchi il Nettuno d’Oro della città di Bologna".
In allegato le motivazioni del conferimento del Nettuno d'Oro al prof. Mario Capecchi e l'elenco dei Nettuno d'Oro conferiti dal Comune di Bologna.
Si trasmette l'intervento del Sindaco Virginio Merola:
"In questi anni il professor Mario Capecchi ha collaborato alle attività di formazione scientifica che hanno riguardato studenti e giovani ricercatori bolognesi. Il contributo del professor Capecchi alla formazione di giovani ricercatori bolognesi, che lavorano nel laboratorio dell’Istituto di Medicina che egli dirige presso l’Università di Salt Lake City, è alto. Dopo il conferimento della laurea ad honorem da parte dell’Università di Bologna – nel maggio 2007 - il professor Capecchi ha contribuito all’importante esperienza della Scuola Europea di Medicina Genetica guidata dal professor Giovanni Romeo ed alla formazione dei nostri giovani ricercatori.
A tal proposito vorrei ringraziare il professor Giovanni Romeo, che ha reso possibile la presenza del professor Capecchi a Bologna e per il lavoro svolto negli ultimi dieci anni dalla Scuola Europea di Medicina Genetica nel formare i propri giovani medici e ricercatori.
Quei giovani che rappresentano il futuro del nostro Paese e della nostra città. A noi spetta dunque una sfida cruciale che dovremo vincere: garantire un futuro ai giovani e alla ricerca cominciando dal presente senza usare il termine futuro per rinviare. Perché la ricerca scientifica in campo medico, e il professor Capecchi ne è testimone, è una delle protagoniste della lotta quotidiana di medici e ricercatori alle malattie che producono sofferenza a migliaia di persone. La ricerca è importante in ogni campo essa venga perpetrata, rappresenta il progresso per una società che deve migliorarsi ed essere sempre più all’avanguardia.
Per permettere tutto ciò dobbiamo invertire quella tendenza che ha visto anni di tagli sulla ricerca. E’ ora di dirlo chiaramente: non possiamo più permetterci di vedere le risorse pubbliche diminuire in un settore così vitale, rischiamo di pagare le conseguenze di tale errore a lungo termine. Non possiamo risparmiare sul futuro dei nostri giovani, vorrebbe dire non dare un futuro al nostro Paese. La nostra Università con il Rettore sta facendo al meglio per continuare a garantire la qualità didattica e il diritto allo studio e per prima ha affrontato una riorganizzazione complessa così come previsto dalla legge.
E’ giusto dare la possibilità alle ragazze e ai ragazzi, alle giovani ricercatrici e ai giovani ricercatori, di fare esperienza all’estero, accrescere il proprio bagaglio culturale e scientifico. Ma è un nostro dovere, prima ancora che un loro diritto, avere la possibilità di offrire tutti gli strumenti necessari ai giovani ricercatori per rimanere nel nostro Paese, e portare avanti quegli studi che consentiranno al mondo un futuro migliore.
Rinunciare come Stato a investire sull’istruzione e la ricerca è un grave errore.
Il rigore necessario non può procedere per tagli lineari, ma selezionare le priorità garantendo prima di tutto le risorse necessarie per la scuola, l’Università e la ricerca.
Dobbiamo essere in grado di poter offrire opportunità anche ai migliori talenti che dall’estero vengono in Italia a studiare affinché decidano poi di stabilirsi nel nostro Paese.
Ringrazio l’Università di Bologna, e in particolare il Rettore Ivano Dionigi, per quanto l’Ateneo bolognese sta facendo per i nostri studenti, in un periodo di crisi economica e di tagli ai finanziamenti che gravano anche sugli atenei italiani. L'Alma Mater ha infatti stanziato fondi per assumere diverse decine di ricercatori, nonostante in Italia ormai non lo faccia più nessuno. E investe per coprire borse di studio per attrarre studenti "eccellenti" dall'estero.
E insieme all'Università vogliamo condividere un nuovo protocollo di intesa che rafforzi la collaborazione sempre più stretta tra la città e l’Università.
E’ dunque fondamentale e strategico proseguire la via già da tempo tracciata della proficua integrazione tra città e Università. Del resto l’attrattività del sistema di ricerca e di formazione deve coniugarsi con una capacità di accoglienza e integrazione affinché ci sia un impatto positivo dei talenti accolti sulla città, e sul suo sviluppo economico e culturale.
Ricerca e formazione è quanto ha fatto per anni il professor Mario Capecchi, dall’inizio della sua carriera fino ad oggi, arrivando a conseguire il Premio Nobel per gli straordinari successi in campo medico-scientifico.
Il professor Capecchi ha saputo profondere il proprio impegno nella divulgazione e nell’insegnamento. Tanti giovani hanno e stanno imparando molto grazie ai suoi insegnamenti, donando speranza al futuro di noi tutti.
Sono perciò onorato di poter consegnare al professor Mario Capecchi il Nettuno d’Oro della città di Bologna".
In allegato le motivazioni del conferimento del Nettuno d'Oro al prof. Mario Capecchi e l'elenco dei Nettuno d'Oro conferiti dal Comune di Bologna.
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