CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DELLA CONSIGLIERA CATHY LA TORRE (AMELIA PER BO) SULLA GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO
Si inoltra il testo dell'intervento d'inizio seduta della consigliera Cathy La Torre (Amelia per Bo) sulla Giornata Mondiale del Rifugiato 2012 e per il riconoscimento del diritto all’accoglienza per i profughi provenienti dalla Libia.
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Si inoltra il testo dell'intervento d'inizio seduta della consigliera Cathy La Torre (Amelia per Bo) sulla Giornata Mondiale del Rifugiato 2012 e per il riconoscimento del diritto all’accoglienza per i profughi provenienti dalla Libia.
"In occasione della giornata Mondiale del Rifugiato indetta dall'Organizzazione delle Nazioni Unite che si celebra il 20 giugno 2012 non possiamo non ricordare che in questo paese la questione dell'accoglienza e dei diritti riconosciuti a chi fugge sta attraversando un periodo di enormi incertezze e vacillanti garanzie.
I problemi per i quali l’Italia è sotto osservazione da parte delle organizzazioni internazionali, UNHCR - Unione Europea - Amnesty International, sono molti:
il reale rispetto del diritto di asilo per chi riesce ad approdare nel nostro paese;
gli accordi stipulati con paesi come la Libia per il contenimento dei flussi migratori e molti di quei potenziali migranti, trattenuti in condizioni denunciate come disumane, sono potenziali richiedenti asilo;
i respingimenti di massa, per i quali vorrei ricordare l’Italia ha ricevuto una condanna dell’Unione Europea.
In questa difficile situazione nel corso del 2011 il Governo, le Regioni, le Province autonome e gli Enti locali, tra questi naturalmente il Comune di Bologna, con diversi gradi di responsabilità ed interesse, si sono impegnati ad accogliere nei propri territori i migranti approdati sulle nostre coste dopo essere fuggiti dal conflitto libico.
Diversamente da quanto stabilito per i cittadini tunisini giunti a Lampedusa prima del 5 aprile 2011, per i migranti provenienti dalla Libia il Governo non ha ritenuto di disporre il rilascio di un permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari ai sensi dell'art. 20 del Testo Unico Immigrazione, ma ha invece preferito indicare la strada della presentazione della domanda di protezione internazionale per poter soggiornare regolarmente sul territorio.
In assenza di soluzioni alternative tutti i migranti fuggiti dalla Libia accolti nel nostro Comune hanno dunque presentato richiesta di asilo, anche se non perfettamente consapevoli delle caratteristiche e delle implicazioni connesse alla procedura di richiesta della protezione internazionale. Si tratta infatti di persone che, pur vivendo in Libia da molti anni non hanno la cittadinanza libica e che da lì sono fuggiti perché esposti al rischio del conflitto di cui anche l'Italia era protagonista, perché considerati mercenari al soldo di Gheddafi dalle forze antigovernative, o semplicemente perché spinti a partire dalle stesse milizie del dittatore.
In questi giorni, come era prevedibile, sono già molti gli esiti negativi alle richieste di asilo notificati ai richiedenti e solo in alcuni casi si può sperare che il ricorso, oneroso, oltre che difficoltoso, possa comportare un esito diverso da quello già valutato dalla Commissione.
Nonostante i tanti appelli - molti enti locali, del 4 aprile scorso la lettera della Presidente delle Provincia Draghetti, e numerose associazioni si sono già mossi in questo senso rivolgendosi direttamente ai Ministri Cancellieri e Ricciardi e al Primo Ministro Monti - per sollecitare un provvedimento da parte del Governo che permetta di riconoscere il diritto alla protezione temporanea per queste persone, tarda ad arrivare una risposta concreta.
Il diniego della domanda di asilo e l'ingresso nell'irregolarità vanificano l'importante impegno e le risorse messe in campo dalle amministrazioni locali, soggetti incaricati dell’accoglienza e di tutte le realtà del territorio quali associazioni, Ctp, Ausl, Cip, coinvolte nel percorso di accoglienza e di inclusione.
Si tratta di una questione che riguarda le vite di migliaia di migranti ed il loro futuro, ma che interessa indiscutibilmente anche quello di tutti noi.
Il costo, economico e sociale, di questa situazione incerta ed il mancato riconoscimento di uno stabile diritto di soggiorno a queste persone, gravano infatti sulla comunità intera già largamente colpita, così come gli enti locali, dalla crisi economica.
Per questo, credo si debba ribadire oggi con ancor più convinzione, così come hanno fatto centinaia di enti locali in tutto il paese oltre a migliaia di associazioni e singoli cittadini, la necessità di un provvedimento urgente e preciso: il rilascio di un titolo di soggiorno che consenta di portare a compimento i percorsi di accoglienza avviati e garantisca dignità e giustizia a chi è fuggito dalla guerra.
A sostegno di questa richiesta è incorso la campagna “Diritto di Scelta” sostenuta da un’ampia rete di associazioni, istituzioni laiche e religiose e singoli cittadini, anche emiliano-romagnoli.
Nella petizione si chiede per i migranti provenienti dalla Libia l’immediato rilascio di un titolo di soggiorno umanitario attraverso l’istituzione della protezione temporanea (art. 20 del Testo Unico sull’immigrazione) o le altre forme previste dall’ordinamento giuridico.
Su questo tema presento un Ordine del Giorno a sostegno della campagna Diritto di Scelta e della precisa richiesta al Governo che questa compagna pone - risoluzioni simili sono state approvate in questi giorni da moltissime amministrazioni locali tra queste l’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna".
"In occasione della giornata Mondiale del Rifugiato indetta dall'Organizzazione delle Nazioni Unite che si celebra il 20 giugno 2012 non possiamo non ricordare che in questo paese la questione dell'accoglienza e dei diritti riconosciuti a chi fugge sta attraversando un periodo di enormi incertezze e vacillanti garanzie.
I problemi per i quali l’Italia è sotto osservazione da parte delle organizzazioni internazionali, UNHCR - Unione Europea - Amnesty International, sono molti:
il reale rispetto del diritto di asilo per chi riesce ad approdare nel nostro paese;
gli accordi stipulati con paesi come la Libia per il contenimento dei flussi migratori e molti di quei potenziali migranti, trattenuti in condizioni denunciate come disumane, sono potenziali richiedenti asilo;
i respingimenti di massa, per i quali vorrei ricordare l’Italia ha ricevuto una condanna dell’Unione Europea.
In questa difficile situazione nel corso del 2011 il Governo, le Regioni, le Province autonome e gli Enti locali, tra questi naturalmente il Comune di Bologna, con diversi gradi di responsabilità ed interesse, si sono impegnati ad accogliere nei propri territori i migranti approdati sulle nostre coste dopo essere fuggiti dal conflitto libico.
Diversamente da quanto stabilito per i cittadini tunisini giunti a Lampedusa prima del 5 aprile 2011, per i migranti provenienti dalla Libia il Governo non ha ritenuto di disporre il rilascio di un permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari ai sensi dell'art. 20 del Testo Unico Immigrazione, ma ha invece preferito indicare la strada della presentazione della domanda di protezione internazionale per poter soggiornare regolarmente sul territorio.
In assenza di soluzioni alternative tutti i migranti fuggiti dalla Libia accolti nel nostro Comune hanno dunque presentato richiesta di asilo, anche se non perfettamente consapevoli delle caratteristiche e delle implicazioni connesse alla procedura di richiesta della protezione internazionale. Si tratta infatti di persone che, pur vivendo in Libia da molti anni non hanno la cittadinanza libica e che da lì sono fuggiti perché esposti al rischio del conflitto di cui anche l'Italia era protagonista, perché considerati mercenari al soldo di Gheddafi dalle forze antigovernative, o semplicemente perché spinti a partire dalle stesse milizie del dittatore.
In questi giorni, come era prevedibile, sono già molti gli esiti negativi alle richieste di asilo notificati ai richiedenti e solo in alcuni casi si può sperare che il ricorso, oneroso, oltre che difficoltoso, possa comportare un esito diverso da quello già valutato dalla Commissione.
Nonostante i tanti appelli - molti enti locali, del 4 aprile scorso la lettera della Presidente delle Provincia Draghetti, e numerose associazioni si sono già mossi in questo senso rivolgendosi direttamente ai Ministri Cancellieri e Ricciardi e al Primo Ministro Monti - per sollecitare un provvedimento da parte del Governo che permetta di riconoscere il diritto alla protezione temporanea per queste persone, tarda ad arrivare una risposta concreta.
Il diniego della domanda di asilo e l'ingresso nell'irregolarità vanificano l'importante impegno e le risorse messe in campo dalle amministrazioni locali, soggetti incaricati dell’accoglienza e di tutte le realtà del territorio quali associazioni, Ctp, Ausl, Cip, coinvolte nel percorso di accoglienza e di inclusione.
Si tratta di una questione che riguarda le vite di migliaia di migranti ed il loro futuro, ma che interessa indiscutibilmente anche quello di tutti noi.
Il costo, economico e sociale, di questa situazione incerta ed il mancato riconoscimento di uno stabile diritto di soggiorno a queste persone, gravano infatti sulla comunità intera già largamente colpita, così come gli enti locali, dalla crisi economica.
Per questo, credo si debba ribadire oggi con ancor più convinzione, così come hanno fatto centinaia di enti locali in tutto il paese oltre a migliaia di associazioni e singoli cittadini, la necessità di un provvedimento urgente e preciso: il rilascio di un titolo di soggiorno che consenta di portare a compimento i percorsi di accoglienza avviati e garantisca dignità e giustizia a chi è fuggito dalla guerra.
A sostegno di questa richiesta è incorso la campagna “Diritto di Scelta” sostenuta da un’ampia rete di associazioni, istituzioni laiche e religiose e singoli cittadini, anche emiliano-romagnoli.
Nella petizione si chiede per i migranti provenienti dalla Libia l’immediato rilascio di un titolo di soggiorno umanitario attraverso l’istituzione della protezione temporanea (art. 20 del Testo Unico sull’immigrazione) o le altre forme previste dall’ordinamento giuridico.
Su questo tema presento un Ordine del Giorno a sostegno della campagna Diritto di Scelta e della precisa richiesta al Governo che questa compagna pone - risoluzioni simili sono state approvate in questi giorni da moltissime amministrazioni locali tra queste l’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna".