Comunicati stampa

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NETTUNO D'ORO A GIOVANNI SEDIOLI, LA PROLUSIONE DI ALBERTO VACCHI


Il Sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha consegnato oggi pomeriggio nell'Aula del Consiglio comunale il Nettuno d'Oro - onoreficenza conferita a cittadini che abbiano onorato, con la propria attività professionale e pubblica, la città di Bologna...

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Il Sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha consegnato oggi pomeriggio nell'Aula del Consiglio comunale il Nettuno d'Oro - onoreficenza conferita a cittadini che abbiano onorato, con la propria attività professionale e pubblica, la città di Bologna - al Prof. Giovanni Sedioli.

Si trasmette la prolusione di Alberto Vacchi, presidente di Unindustria Bologna.

"Ringrazio innanzitutto il sindaco Virginio Merola e gli organizzatori di questa giornata per l’opportunità e l'onore che mi hanno voluto concedermi per fare alcune brevi considerazioni a margine di questo importante riconoscimento assegnato al Professor Sedioli.

Quando ho iniziato ad occuparmi, ormai parecchi anni fa, di automazione industriale uscivo da un'esperienza personale universitaria non tecnica ma umanistica. Nonostante più volte in questi ultimi anni abbia teso a spingere il più possibile il percorso formativo dei giovani verso percorsi tecnici, io vengo da un percorso diverso, e credevo che solamente il percorso formativo tradizionale di liceo più università, fosse in grado di conferire professionalità idonee a supportare lo sviluppo delle nostre imprese.

Mi resi però subito conto che a Bologna le cose funzionavano diversamente. I diplomati alle scuole tecniche avevano costruito le realtà produttive in grado di competere con il sistema industriale, in particolare con quello tedesco, al punto da portargli via quote sempre più rilevanti nei mercati della meccanica e del packaging, e in generale nell'automazione. Ed i laureati che provenivano da un percorso pre-universitario di scuola tecnica rappresentavano le punte di diamante, di eccellenza, delle diverse professionalità aziendali.

Che dietro tutto questo ci fosse una realtà era noto, una realtà particolare, le scuole Aldini Valeriani. Ed era assolutamente noto quanto fosse duro e impegnativo il disciplinare imposto a chi cercava un diploma di scuola tecnica a Bologna. La reputazione a Bologna era solidissima, nonostante cominciassero nella formazione superiore a complicarsi un po' le cose, soprattutto l'attrattività dei percorsi formativi tecnici stesse purtroppo diminuendo.

Non credo abbia senso fare dei bilanci di carriera per chi come il Professor Sedioli è ancora attivamente impegnato in incarichi di rilievo; soprattutto per chi come il Professor Sedioli ha da sempre intuito come la grammatica della formazione non possa conoscere il punto.

Credo però sia assolutamente necessario sottolineare alcune grandi qualità che lo caratterizzano.

La prima, forse la più importante, è stata l'umiltà del dato reale:GiovanniSedioli, non si è mai rifugiato nella comodità delle buone intenzioni. Un preside, e questo l'ha fatto in maniera totale, deve preparare gli allievi a vivere nel mondo reale e non in un mondo che non c’è. E’ molto più impegnativo conservare e promuovere valori etici e qualità umane in un istituto storicamente autorevole che sa interpretare il mondo che cambia, piuttosto che trincerarsi dietro reputazione e prassi consolidate.

E proprio da questo grandissimo realismo, nasce la costante difesa del Professor Sedioli di un mutuo rapporto tra scuola e industria manifatturiera, e direi che proprio questa grandissima caratteristica ha consentito all'intero territorio bolognese di eccellere da un punto di vista tecnologico e manifatturiero nel mondo della formazione. Ed è certamente anche questa una solida base da cui ripartire per rivitalizzare un sistema economico gravato sia da crisi internazionali, ma anche da grandi crisi di sistema interno.

Le cifre parlano piuttosto chiaro: nella regione Emilia-Romagna l'industria manifatturiera meccanica, nelle sue varie declinazioni, genera oltre il 70% dell'attivo della bilancia commerciale, ed in provincia di Bologna il dato non può che essere confermato.

Proprio per la forza di questo tessuto, per la grande consapevolezza che gran parte dei nostri successi industriali trova base vitale nell’“empowerment” di formazione tecnica, e di come questa abbia saputo trasmettere grandi valori all'intero territorio, non possiamo rassegnarci ad un “morbido” declino. E su questo il Professor Sedioli ha speso e continua a spendere grandissima parte del suo tempo, direi l'intera vita.

Ricordiamoci che per una percentuale impressionante di giovani tra i 16 e i 29 anni non c’è oggi né un percorso scolastico particolarmente appetibile né un lavoro stabile. E qui credo, ci sia bisogno dell'altra grandissima qualità del Professor Sedioli: il suo grandissimo coraggio, il coraggio di affermare che il lavoro non nasce automaticamente, non è qualcosa che nasce dal nulla, è una conquista di un intero sistema. Il coraggio che il Professore ha avuto nell'aprire un rapporto di grande collaborazione tra scuola, istituzione, famiglie ed imprese. E in questa grande combinazione, in questo mutuo soccorso, è riuscito a costruire un percorso virtuoso che direi l'intero mondo occidentale, in termini di tecnologia, ci ha sicuramente invidiato. L'esperienza della scuola tecnica bolognese rappresenta nel mondo occidentale un esempio virtuosissimo che in molti cercano di copiare e che ad oggi non ha avuto ancora eguali.

Il coraggio è una dote assolutamente necessaria, per tutti, soprattutto nel momento in cui la crisi economica ha purtroppo falcidiato tantissime aziende. Ma credo che l'esperienza che il Professor Sedioli ha saputo trasmettere debba spingere le istituzioni e anche il mondo delle imprese che rappresento a dare ampissima disponibilità all'investire nel castissimo territorio che separa la scuola dall'impresa, che oggi comincia fortunatamente a trovare percorsi e riscontri molto positivi, sia nel contesto pre-universitario che nel contesto universitario.

Sappiamo che il Professor Sedioli di coraggio ne ha da vendere. Abbiamo visto che negli ultimi tempi ha dovuto tirarne fuori parecchio anche per vicende personali. Una ragione in più per stargli molto vicino, non solo per la stima che il suo lavoro si merita da tanti anni, ma anche per l'affetto che l'uomo con la sua grande statura ed umanità ci ispira a tutto tondo. Grazie ancora Professore per tutto quello che ha saputo darci, grazie per il percorso che ha saputo tracciare e nel quale dovremmo tutti impegnarci, in particolare il mondo delle imprese, perché l'insegnamento che ci ha dato ci ha conferito grande coraggio nel continuare ad intraprendere in una realtà occidentale che certamente non è tra le più virtuose da questo punto di vista e in questo Bologna e il mondo della tecnica bolognese rappresenta un'eccezione. Soprattutto grazie tantissimo per il “tanto” che ancora ci darà".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:16
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