CONSIGLIO COMUNALE, LA PRESIDENTE LEMBI RICORDA IL PROFESSOR MASSIMO PAVARINI. IL CONSIGLIO OSSERVA UN MINUTO DI SILENZIO DEDICATO A PAVARINI, MANZOLI E MEDINI


Di seguito, l'intervento della presidente Simona Lembi nel Consiglio comunale odierno, in ricordo di Massimo Pavarini

"Signori Consiglieri, signore Consigliere,
ho condiviso col Sindaco la proposta di ricordare, a più voci, persone scomparse...

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Di seguito, l'intervento della presidente Simona Lembi nel Consiglio comunale odierno, in ricordo di Massimo Pavarini

"Signori Consiglieri, signore Consigliere,
ho condiviso col Sindaco la proposta di ricordare, a più voci, persone scomparse di recente che hanno reso lustro alla nostra città, di cui piangiamo la scomparsa. Tra queste, certamente, la figura di Massimo Pavarini, il professor Pavarini, che è stato consigliere comunale tra il 1995 e il 1999.
Saluto con molto affetto la signora Schildkraut, la figlia Rebecca, la piccola Matilde che avete sentito, la signora Patrizia Pavarini e gli altri famigliari presenti nell'aula di consiglio e rivolgo loro il nostro cordoglio.

Il professor Pavarini era nato a Bologna nel marzo del 1947.
Tra i più illustri esponenti della prestigiosa Scuola Penalistica di Bologna, fu allievo di Franco Bricola, che di quella scuola è stato fondatore, e anche di Alessandro Baratta, che considerava un suo maestro.
Docente di Diritto Penale, ha pubblicato tra i volumi più noti della materia: L'educazione penitenziaria, con Bruno Guazzaloca nel 1995, con la UTET, sempre con Guazzaloca Il codice di diritto penitenziario nel 2005,Lo scambio penitenziario,1996, Governare la penalità. Struttura sociale, processi decisionali e discorsi pubblici sulla pena, 2014, come pure Corso di istituzioni di diritto penale ancora nel 2014.

In occasione della notizia della scomparsa, data dall'università nei giorni scorsi, l'Alma Mater ha giustamente tenuto a ricordare che Massimo Pavarini è stato anche direttore di molte riviste, come Studi sulla questione criminale; Nuova serie di dei delitti e delle pene; Critiche del diritto. È stato anche componente della redazione di riviste come The british journal of Criminology, The Howard journal of criminal justice, di numerose riviste in America Latina, dove teneva corsi. Condivido completamente quanto scritto dall'Università: ampia a apprezzata la sua ininterrotta attività di docente e visiting professor.

Certamente, il suo volume più noto, di cui molto hanno scritto i quotidiani che lo hanno ricordato nei giorni scorsi, rimane Carcere e Fabbrica, edito dal Mulino nel 1977.
Di questo Redattore Sociale scrive: 'Nell’ambito degli studi sulle origini storiche delle istituzioni penitenziarie, il testo indaga, attraverso due saggi di Dario Melossi e Massimo Pavarini, i rapporti tra carcere e lavoro in Europa e in Italia tra il 1500 e la prima metà dell’800 e le esperienze penitenziarie degli Stati Uniti d’America nella prima metà del XIX secolo. La tesi di fondo è che l’istituzione carceraria non fa che proporre o esasperare modelli di organizzazione sociale e economici che si vogliono imporre o che già sono presenti nella società'.

La costruzione sociale del l'insicurezza ha segnato tutti i suoi lavori, fino agli ultimi. Nel 2005, riprendendo alcune affermazioni e lavori di Tamar Pitch che qui brevemente riassumo con lo slogan 'Una città sicura per le donne è una città sicura per tutti', affermava:
'Dobbiamo al movimento delle donne aver posto perentoriamente la centralità della differenza di genere nelle politiche di sicurezza. Sappiamo che la donna è il soggetto 'insicuro' per definizione e non tanto perché sia sempre e più vittimizzata degli uomini e neppure perché a ragione si senta più insicura degli uomini. E' che le donne, da sempre, sono state oggetto di una costruzione sociale che le ha costrette a vivere gli spazi pubblici come spazi pericolosi, le ha educate a non correre rischi e a trovare protezione nello spazio privato. E al fondo di questa costruzione del pericolo declinato al femminile, è dato cogliere lo stato di riduzione dei diritti o di godimento non pieno dei diritti delle donne, di quelli politici e di quelli sociali'.

Di tutto questo hanno scritto e detto molti prevalentemente in ambito accademico.

Vorrei invece in questa sede ricordare soprattutto che Massimo Pavarini è stato consigliere comunale, eletto, da indipendente nel gruppo del PDS tra il 1995 e il 1999, saluto Castelli allora capogruppo di quel gruppo in Consiglio, e che certamente delle sue competenze, la pubblica amministrazione si è avvalsa in più modi.
Il professor Pavarini, insieme con Tullio Aimone, e Marzio Barbagli, è da considerarsi tra i teorici di Bologna Città Sicura e cioè di tutte quelle iniziative di carattere amministrativo volte a conoscere, prevenire e solo infine contenere le dinamiche della microcriminalità, avviate fin dagli anni '90.
Fu consulente prima della Regione Emilia Romagna, di cui fu responsabile scientifico del progetto Città sicure, poi del Comune di Bologna. Lo fu negli anni in cui Bologna, in modo pionieristico, promosse politiche amministrative per la sicurezza urbana diventando, molto grazie a lui, la città a presiedere il primo Forum italiano della sicurezza urbana e, successivamente, nella segreteria del Forum europeo delle città sicure.

Diede grande impulso a politiche attive, di riduzione del danno, non repressive, sulla sicurezza urbana, invitando ad evitare un approccio ideologico o moralizzatore.

Svolse un lavoro che possiamo ricondurre a tre precisi registri: quello della ricerca, da aggiornare costantemente come fanno i grandi studiosi; quello della formazione di operatori che sul campo fossero capaci di affrontare le questioni di sicurezza con un approccio multidisciplinare, molto lo sanno anche gli attuali dirigenti del Comune; quello della pratica, di quel fare che da sempre contraddistingue questa città.

Ricordo in questa sede due preziosi lavori: il primo pubblicato in Quaderni di Città sicure, alla fine del secolo scorso in cui a seguito di una ricerca - azione, così la definiva, a dimostrazione di quanto i registri di cui prima parlavo fossero strettamente legati, indicava un primo suggerimento: 'Per quanto i fenomeni che definiscono la situazione della sicurezza, anche a livello locale di norma siano da ricondurre a complessi processi che sfuggono a questa dimensione (...) a determinate condizioni, il governo degli stessi è spesso, non solo possibile, ma più agevole alla sola dimensione locale. Ma appunto solo a determinate condizioni; (...) una prima che si sostanzia nella possibilità effettiva del governo locale di agire, possibilità in effetti non sempre data dal quadro normativo di riferimento in tema di competenze; una seconda, altrettanto vitale, che impone che l'azione di governo locale sul problema possa trovare una sponda robusta nelle politiche nazionali.'

Parole preziose, estremamente attuali, che riprenderà in un rapporto successivo, il secondo che voglio ricordare in questa sede, più recente del 2005, Il governo del bene pubblico della sicurezza a Bologna, in cui il professor Pavarini si concentrava su quanto la sicurezza sia un tema di governo complessivo della città e di come: 'la sicurezza come bene pubblico si produca e governi ampliando gli spazi di agibilità dei diritti'.

Sicurezza e cittadinanza quindi, parole, concetti, valori e poi politiche da tenere strettamente unite.
Mi auguro che di tutto questo troveremo momenti ulteriori di approfondimento.

Questo è ora il momento del cordoglio che rivolgo a tutti i famigliari presenti a nome del Consiglio comunale.
Invito ora il Consiglio comunale e i presenti, a riservare un minuto di silenzio per la scomparsa di Fulvio Alberto Medini, del professor Manzoli e Pavarini".

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Ultimo aggiornamento: 14/03/2025

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