CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DELLA CONSIGLIERA MIRKA COCCONCELLI
Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord)
"Senegalese alla vigilessa: “Da noi la donna sta dietro all’uomo”
Ecco come si è sentita apostrofare una vigilessa da un senegalese fer...
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Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord)
"Senegalese alla vigilessa: “Da noi la donna sta dietro all’uomo”
Ecco come si è sentita apostrofare una vigilessa da un senegalese fermato alle 14 di sabato per un controllo in Piazzola.
A parte che il soggetto si è rifiutato di mostrare i documenti identificativi richiesti, a parte che girava per la Piazzola, assieme ad altri 4 senegalesi, suonando i tamburi, urlando, strattonando ed importunando i passanti, a parte che è scattata una denuncia a piede libero, come riferito da Del Percio (Segretario del S.u.l.p.m.) mi chiedo perché il senegalese non se ne torna a casa propria, dove pare sia usanza che la donna sia sottomessa all’uomo.
Qualcuno gli spieghi che in Italia funziona in maniera leggermente diversa e se in Senegal sono in vigore altre regole, chi se ne frega delle regole e usanze senegalesi!!
Sarebbe ora che Il Comune, nella veste degli assistenti sociali, dei mediatori culturali, della Polizia Municipale e le Ambasciate stesse spiegassero a quei pochi senegalesi che non lo sanno e che vengono a vivere da noi, che qui vigono leggi, usanze e costumi completamente diversi e che se le leggi, i costumi, le abitudini dei Paesi di provenienza configgono o si oppongono alle nostre abitudini è indispensabile che i senegalesi cambino i propri costumi e le proprie usanze.
Non va bene? Non si adattano? Ricordo che il senegalese è ospite della mia terra e allora, se non accetta che la donna cammini a fianco o davanti all’uomo allora, semplicemente, l’immigrato senegalese, clandestino o regolare che sia, deve rifare le sue belle valigine e andarsene dall’Italia, nessuno ne sentirà la mancanza, tanto meno nessuno lo obbliga a rimanere in un Paese di cui non condivide leggi, abitudini e usanze.
Stesso discorso lo applichiamo anche per la poligamia, i matrimoni combinati/forzati di alcuni pakistani che vivono in Italia.
Ricordo ancora quella ragazza pakistana che ha bevuto l’acido muriatico per sottrarsi ad un matrimonio combinato. Ricordo che, in Italia, poligamia e matrimoni combinati sono illegali. Punto. E non mi interessa che si eccepisca che sono le usanze del loro Paese, dato che vivono e lavorano in Italia, devono seguire le leggi del nostro Paese. Punto. E se l’osservanza delle nostre leggi e delle nostre usanze ripugna all’immigrato pakistano, senegalese o quant'altro non c’è che una soluzione: andarsene!
Ricordo che l’Emilia è la patria di Matilde di Canossa, contessa, duchessa, marchesa, regina d’Italia e Vicaria Imperiale, di origini longobarde che, nel gennaio 1077, costrinse l’imperatore Enrico IV, non già a stare dietro di Lei, ma ad inginocchiarsi per 3 giorni e 3 notti, con il capo cosparso di ceneri, davanti al suo castello. Lasciandolo esposto ai rigori dell’inverno, per ottenere la revoca della scomunica da parte di Gregorio VII.
Ecco, caro il mio senegalese, chi sono le mie antenate, da circa 1.000 anni, per cui se la donna, in Senegal, sta dietro all’uomo da noi, in Italia, no! Spero che il concetto sia sufficientemente chiaro e non necessiti di ulteriori spiegazioni!".
"Senegalese alla vigilessa: “Da noi la donna sta dietro all’uomo”
Ecco come si è sentita apostrofare una vigilessa da un senegalese fermato alle 14 di sabato per un controllo in Piazzola.
A parte che il soggetto si è rifiutato di mostrare i documenti identificativi richiesti, a parte che girava per la Piazzola, assieme ad altri 4 senegalesi, suonando i tamburi, urlando, strattonando ed importunando i passanti, a parte che è scattata una denuncia a piede libero, come riferito da Del Percio (Segretario del S.u.l.p.m.) mi chiedo perché il senegalese non se ne torna a casa propria, dove pare sia usanza che la donna sia sottomessa all’uomo.
Qualcuno gli spieghi che in Italia funziona in maniera leggermente diversa e se in Senegal sono in vigore altre regole, chi se ne frega delle regole e usanze senegalesi!!
Sarebbe ora che Il Comune, nella veste degli assistenti sociali, dei mediatori culturali, della Polizia Municipale e le Ambasciate stesse spiegassero a quei pochi senegalesi che non lo sanno e che vengono a vivere da noi, che qui vigono leggi, usanze e costumi completamente diversi e che se le leggi, i costumi, le abitudini dei Paesi di provenienza configgono o si oppongono alle nostre abitudini è indispensabile che i senegalesi cambino i propri costumi e le proprie usanze.
Non va bene? Non si adattano? Ricordo che il senegalese è ospite della mia terra e allora, se non accetta che la donna cammini a fianco o davanti all’uomo allora, semplicemente, l’immigrato senegalese, clandestino o regolare che sia, deve rifare le sue belle valigine e andarsene dall’Italia, nessuno ne sentirà la mancanza, tanto meno nessuno lo obbliga a rimanere in un Paese di cui non condivide leggi, abitudini e usanze.
Stesso discorso lo applichiamo anche per la poligamia, i matrimoni combinati/forzati di alcuni pakistani che vivono in Italia.
Ricordo ancora quella ragazza pakistana che ha bevuto l’acido muriatico per sottrarsi ad un matrimonio combinato. Ricordo che, in Italia, poligamia e matrimoni combinati sono illegali. Punto. E non mi interessa che si eccepisca che sono le usanze del loro Paese, dato che vivono e lavorano in Italia, devono seguire le leggi del nostro Paese. Punto. E se l’osservanza delle nostre leggi e delle nostre usanze ripugna all’immigrato pakistano, senegalese o quant'altro non c’è che una soluzione: andarsene!
Ricordo che l’Emilia è la patria di Matilde di Canossa, contessa, duchessa, marchesa, regina d’Italia e Vicaria Imperiale, di origini longobarde che, nel gennaio 1077, costrinse l’imperatore Enrico IV, non già a stare dietro di Lei, ma ad inginocchiarsi per 3 giorni e 3 notti, con il capo cosparso di ceneri, davanti al suo castello. Lasciandolo esposto ai rigori dell’inverno, per ottenere la revoca della scomunica da parte di Gregorio VII.
Ecco, caro il mio senegalese, chi sono le mie antenate, da circa 1.000 anni, per cui se la donna, in Senegal, sta dietro all’uomo da noi, in Italia, no! Spero che il concetto sia sufficientemente chiaro e non necessiti di ulteriori spiegazioni!".
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