Comunicati stampa

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XXXII ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI USTICA, L'INTERVENTO DI DARIA BONFIETTI, PRESIDENTE "DELL'ASSOCIAZIONE PARENTI DELLE VITTIME DELLA STRAGE DI USTICA"


Trasmettiamo l'intervento del Presidente dell'"Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica", Daria Bonfietti, tenuto questa mattina, nella Sala del Consiglio comunale di Bologna, in occasione della cerimonia per il XXXII anni...

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Trasmettiamo l'intervento del Presidente dell'"Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica", Daria Bonfietti, tenuto questa mattina, nella Sala del Consiglio comunale di Bologna, in occasione della cerimonia per il XXXII anniversario della strage.

"Grazie Presidente, grazie per le sue parole e per il lavoro che sta facendo mettendo insieme con le associazioni che non hanno potuto esserci, c'è stato un'incontro anche questa mattina. Signor sindaco Virginio Merola e signor sindaco Leoluca Orlando grazie di esser qui dopo trentadue anni a ricordare la strage di Ustica. Volevo rngraziare voi due, sindaci delle due città simbolo di questa tragica vicenda, le autorità civili e militari e i parenti tutti che ci raggiungono sempre più numerosi tutti gli anni e i cittadini che hanno voluto essere qui con noi a ricordare. Non posso iniziare con il saluto che ci ha inviato Presidente della Repubblica:

'In occasione del trentaduesimo anniversario del disastro di Ustica, nel ricordare con commozione le ottantuno persone che in esso persero la vita, desisero esporimere la solidale, affettuosa vicinanza ai loro famigliari mia personale e dell'intero Paese. E' motivo di profonda amarezza dover constatare come lunghi anni di indagini non abbiano ancora consentito di individuare i responsabili di una vicenda così tragica e inquietante. E'indispensabile che le Istituzioni tutte profondano ogni sforzo - anche sul piano dei rapporti internazionali - per giungere ad una compiuta ricostruzione di quanto avvenne quella drammatica notte nei cieli di Ustica e favoriscano lo svolgimento delle difficili indagini tuttora in corso. In questo contesto, ritengo pertanto meritevole di apprezzamento l'iniziativa di celebrare l'anniversario rendendo pubblici gli archivi digitalizzati dell'associazione: iniziativa che rappresenta un ulteriore tassello dell'inmpegno generoso e costante dei congiunti delle vittime nel perpetuare il ricordo di quel drammatico evento. Con questo auspicio rinnovo a Lei e a tutti i famigliari delle vittime sentimenti di profonda partecipazione al vostro dolore.' Giorgio Napolitano.

Il Presidente della Camera dei Deputati ci scrive:
' In occasione del trentaduesimo anniversario della strage di Ustica, desidero esprimere a Lei, gentile Presidente, e a tutti i familiari delle ottantuno vittime i sentimenti della mia più intensa solidarietà e vicinanza. A tanti anni di distanza, l'assenza di una verità che sappia definire, in tutti i suoi aspetti, quel tragico evento costituisce una grave ingiustizia, non soltanto per la memoria delle vittime, ma anche per la dignità della nostra democrazia, che dalle ragioni della verità e del diritto trae costantemente forza e vitalità. Sono queste le motivazioni che rendono necessario l'impegno delle Istituzioni nella ricerca di tutte le circostanze e le responabilità che hanno causato quella dolorosa pagina della storia recente del nostro Paese, contribuendo a ristabilire una piena fiducia nello Stato e nella sua capacità di difendere sempre i valori della legalità. Nell' esprimerLe, gentile Presidente, il mio apprezzamento per l'intensa attività dedicata dalla Sua associazione nel promuovere costantemente la ricerca della verità, rivolgo a tutti gli associati i miei saluti più cordiali.' Gianfranco Fini

Signor sindaco, è sempre con grande emozione che parlo in questa sede.
Da Bologna partiva quel volo che il 27 giugno 1980 è stato spezzato sul cielo di Ustica, portando la morte ai nostri cari, 81 cittadini innocenti.
Bologna con le sue istituzioni, la passione e gli ideali della sua gente ci ha sempre accompagnato in questi anni, qui abbiamo voluto riportare i resti del dc9 e qui abbiamo voluto, accompagnati dalla grande arte di Christian Boltanski, far sorgere il Museo per la Memoria di Ustica.
Oggi ci tocca molto la presenza del sindaco di Palermo, credetemi io l'ho voluta fortemente e il sindaco di Palermo l'ha ben compreso, da pochi giorni eletto ha voluto comunque essere al nostro fianco. Il vostro essere qui oggi, insieme, è un gesto di cui vi siamo grati. Con il sindaco Orlando ritroviamo un amico, che tante volte ci ha visto nella sua città negli anni'90 per ricordare, per fare memoria per fare tante iniziative durante gli anniversari, ma pensiamo anche di incontrare la passione di una città che ci è stata a fianco davvero.
Simbolicamente le vostre presenze ricostruiscono l’arco di quel viaggio, sono per noi un positivo segnale di incoraggiamento in questo momento.
Mi verrebbe da dire, lasciatemi fare un po'di retorica, un nuovo arcobaleno.
Non è un momento facile, per questo mi piace questo incontro, perché sentiamo profonda, come ci ha detto anche il Presidente Napolitano 'l'amarezza di dover constatare come lunghi anni di indagini non abbiano ancora consentito di individuare i responsabili di una vicenda così tragica e inquietante'. Era stato proprio il Presidente della Repubblica ancora, già nel 2010 ad affermare che 'intrecci eversivi' forse anche intrighi internazionali, opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato e inefficienza di apparati hanno allontanato la verità sulla strage del dc9.
Questo è il muro di gomma contro il quale da anni spendiamo le nostre forze.
Purtroppo in questo nostro Paese su molte terribili stragi, sentiamo ancor fortemente il tormento di una giustizia incompiuta, anche se possiamo affermare che una verità storica si è conseguita, con il contributo importante delle inchieste parlamentari e delle ricerche portate avanti dalle famiglie e dalle associazioni delle vittime, da parte insomma della società civile.
Nel caso Ustica ci troviamo davanti all’assurdo di una ricostruzione storica acquisita e di “concordanti” pronunciamenti della Magistratura dei quali, da parte di rilevanti Istituzioni dello Stato non si vuol strumentalmente prendere atto.
E’ questo che genera la insopportabile latenza di ogni iniziativa!
È a partire da questa consapevolezza che si deve cancellare l’immagine di uno Stato che non sa proteggere i suoi cittadini, non sa dare loro verità e giustizia e perde quindi la sua dignità anche nel contesto internazionale.
Ancora una volta ci sentiamo di ripetere che la sentenza ordinanza del giudice Priore nel 1999 ci ha svelato una prima e importante verità. L’aereo civile è stato abbattuto.
Sono passati ancora gli anni e poi le parole del Presidente Francesco Cossiga hanno ulteriormente avvalorato quelle conclusioni, aggiunto particolari, quindi ridato impulso alle indagini giudiziarie. Abbiamo guardato con profondo interesse alle nuove iniziative della Procura di Roma, ma abbiamo visto mancare ogni tipo di collaborazione dagli Stati amici e alleati e oggi proprio qui voglio denunciare che dopo tanti inaccettabili silenzi è arrivato anche un esplicito rifiuto da parte del Belgio.
Il Belgio, a difesa di superiori interessi militari essenziali ha ufficialmente negato di rispondere alle rogatorie dei nostri Magistrati della Procura di Roma che, come sapete, indaga ancora per accertare le definitive responsabilità sulla strage di Ustica. Vale la pena sottolineare che, passati trentadue anni dall’avvenimento, non si trattava nei confronti del Belgio di un “atto d’accusa”, ma si chiedevano soltanto informazioni sulla dislocazione e sulla attività di aerei dei quali, comunque, si è già dimostrata la presenza nel nostro cielo, si volevano conferme.
Perché il punto cruciale è proprio questo: chiarire la situazione, chiarire lo scenario, che una prima collaborazione della Nato ha già delineato, all’interno della quale è avvenuta la tragedia.
Un cielo che si è voluto per tanto tempo, per troppo tempo vuoto, che la Nato ha svelato ben pieno di aerei e che non si vuol ancora, evidentemente, completamente permettere venga descritto.
Quindi, purtroppo, tra silenzi e rifiuti espliciti si sta affossando l’inchiesta che la Procura di Roma ha riaperto. E non posso nemmeno tacere quello che è successo a Palermo: in un giudizio civile da parte del Tribunale Civile di Palermo, abbiamo avuto la condanna dei ministeri dei Trasporti e della Difesa, a risarcire un gruppo di parenti delle vittime della strage di Ustica per non avere, dice la sentenza, assicurato la sicurezza del volo del dc9 Itavia che doveva collegare Bologna con Palermo e poi perché si è ostacolata con tanti comportamenti individuali ben documentati la ricerca della verità e quindi, oltre ai diritti dei cittadini, si è offesa la dignità dell’intero Paese.
È stato presentato ricorso in appello e tutto è stato rinviato al 2015.
Non voglio discutere sulle possibilità legali di un condannato per delazionare-sfuggire per allontanare la resa dei conti, ma nel caso specifico si tratta di uno Stato, di Ministeri che cercano di sfuggire alle loro responsabilità nei riguardi dei cittadini.
Mi sento però di dire, rivolgendomi al governo in carica che davanti ad una condanna, a comportamenti provati e indicati da una Corte, si doveva aver la coerenza civile di ricordare le affermazioni, almeno, della Commissione stragi presieduta dal compianto senatore Libero Gualtieri che già nel 1992 diceva: “si può cominciare a chiedere conto di quei comportamenti che all’interno della pubblica amministrazione hanno così a lungo ostacolato la ricerca della verità nella vicenda di Ustica".
La Corte li ha individuati, ha detto il Tribunale civile di Palermo, i Ministeri li hanno coperti.
Intanto tutto è stato rinviato al 2015.
E voglio aggiungere che ogni iniziativa in ambito europeo che i parlamentari Caronna Cofferati Sassola avevavo intrapresa, pare preclusa dalla mancata ratifica da parte italiana di una convenzione in materia giudiziaria del maggio 2000, così ci è stato risposto in interrogazione parlamentare.
Io non credo che la nostra coscienza, la coscienza democratica del nostro Paese possa aspettare, possa aspettare il 2015.
Ieri Prodi e Veltroni hanno scritto una pagina che io considero importante sulla vicenda Ustica; sono partiti dalla loro esperienza personale, un episodio che ricordo e che considero davvero indicativo per capire il ruolo della politica in certi momenti può avere, non avere, decidere di avere.
Nelle sue indagini il giudice Priore incontrava allora, neglia anni '90, un ostacolo insuperabile: la volontà militare di non permettere la ricostruzione della situazione nel cielo nei tempi prima e dopo la tragedia, è sempre stato quello il problema. Tutto si voleva sgombro da ogni presenza, si erano manomessi documenti, fatti sparire registri, ingannato cambiando gli orari, nessun tracciato radar era a disposizione. Io vado ripetendo da tempo che in tutto il materiale dell’Aeronautica non c’è una pagina integra per la serata del 27 giugno 1980.
L’unica possibilità era legata alla documentazione che poteva avere la Nato. E ricordo gli ostacoli, le resistenze, gli imbarazzi, i pareri negativi, le difficoltà di volta in volta frapposte a questo possibile incontro. Ma venne il tempo di imporsi, di farsi rispettare come partner e Prodi e Veltroni lo fecero, a pieno titolo in un contesto internazionale. E la ricostruzione venne, il cielo si popolò come d'incanto di tracce di aerei. E si potè capire che il dc9 non voleva solo, che molti aerei viaggiavano nei paraggi e nei dintorni e la tragedia , ricostruito lo scenario, trovò una spiegazione definitiva.
Fu la volontà politica a cambiare il corso della vicenda, fu la salvaguardia della dignità nazionale ad aprire la strada alla verità.
Oggi come allora è necessario che la Magistratura e la Politica abbiano un sussulto: le indagini non debbono perdere di mordente, la mancata collaborazione non deve far perdere la tensione. Si deve continuare a cercare, ad approfondire ogni nuova indicazione.
Abbiamo rivolto in questi giorni, non ci fermiamo mai, una nuova istanza alla Procura di Roma perché si aprano nuove indagini: ci sono esuli libici, con un importante passato, in Italia, penso a Abel Salam Jalloud, si parla di materiale raccolto dai servizi segreti nei giorni caldi della caduta di Gheddafi, infine si possono instaurare rapporti di collaborazione con la nuova dirigenza libica, questo chediamo al nostro Governo.
E la politica deve dare segnali di rinnovato e determinato impegno a cominciare dalla collaborazione e dal rispetto del lavoro della Magistratura. Ma è la politica, sono le Istituzioni, è il Governo che debbono spiegare a stati amici ed alleati quanto sia importante per il nostro Paese conoscere la completa verità su quella tragedia. Non possiamo permettere che pagine della nostra storia ci siano negate per la convenienza di altri. Il Belgio, ad esempio, che è probabile, nei fatti non ha una responsabilità diretta deve capire che la posizione di suoi aerei 32 anni fa non deve costituire un segreto inviolabile. Ci vuole una grande capacità di dialogo tenendo però sempre presente la dignità del nostro Paese. Noi crediamo davvero che oggi, nelle nostro impegno, nel nostro trovarci qui, ancora una volta, ci sia una grande richiesta di verità e giustizia per i nostri cari ma anche una grande esigenza di dignità per il nostro Paese. Questo impegno, signor sindaco, noi lo porteremo avanti anche attorno al Museo per la Memoria di Ustica, che è davvero un grande patrimonio della città da difendere e valorizzare, in quel Giardino dove la memoria prende il linguaggio dell’arte e si mescola e da forza alle nostre richieste e siamo orgogliosi di essere parte di quelle iniziative per l’estate che tengono vivo il tessuto civile della città."

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:13
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