CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO DI INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE LORENZO CIPRIANI (AMELIA PER BO) SULLA RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO
Di seguito il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Lorenzo Cipriani (Amelia per Bo) sulla riforma del mercato del lavoro.
"Sta accadendo esattamente quello che avevamo temuto. La proposta di riforma del mercato del lavoro si ...
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Di seguito il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Lorenzo Cipriani (Amelia per Bo) sulla riforma del mercato del lavoro.
"Sta accadendo esattamente quello che avevamo temuto. La proposta di riforma del mercato del lavoro si sta chiudendo con una forzatura a danno dei lavoratori, dei diritti e della democrazia. In queste ore, Susanna Camusso ha annunciato la piattaforma di lotta contro "una proposta squilibrata, che contrasteremo in ogni modo", piattaforma che comprenderà lo sciopero generale. Risentiamo il clima che portò esattamente dieci anni fa, il 23 marzo del 2002, 3 milioni di persone al Circo Massimo, e queste persone vogliamo rappresentare.
La Cgil non sarà certo isolata nel Paese. E farà valere le ragioni di milioni di italiani, nell'interesse del futuro dell'Italia. SEL la appoggerà in tutte le forme di lotta che la Cgil vorrà mettere in campo. Compito del centrosinistra in Parlamento e nelle piazza, ora, è di non lasciare solo il proprio popolo, perchè è nella battaglia per i diritti che parte oggi che si vedrà se esiste o non esiste il centrosinistra. Accogliamo con fiducia le parole di Stefano Fassina, che paragona Monti a Sacconi, e del segretario Bersani. Ora però chiediamo al principale partito del centrosinistra di fermare questa sciarada e li richiamiamo al ruolo che ricoprono in parlamento: la rappresentanza di quei milioni che nei prossimi giorni diranno NO a questa Caporetto dei diritti e della democrazia.
Ma oggi voglio parlarvi della lettera che, partendo da Bologna, dal circolo Gian Maria Volontè, sta raggiungendo tutto il territorio nazionale, ed è stata sottoscritta da tantissimi giovani rappresentanti nelle istituzioni, a partire dal sindaco di Cagliari, Massimo Zedda e, per rimanere alle istituzioni locali, dal presidente del Consiglio Provinciale, il giuslavorista Stefano Caliandro, che ringrazio.
Questa lettera, indirizzata a Monti e a Fornero, vuole spiegare le ragioni del nostro disaccordo con le idee del Governo in merito alla riforma del mercato del lavoro oggi in discussione. Molti di noi sono stati – diversamente da questo governo - democraticamente eletti e, più in generare, per i ruoli e le funzioni che svolgiamo, pensiamo di rappresentare alcune decine di migliaia di donne e uomini della generazione di chi è nato dopo il 20 maggio del 1970, data di entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori.
Avete detto a più riprese che ai tavoli di discussione sulla riforma, nessuno rappresenta questa generazione. Sicché, forse in perfetta buona fede, avete dichiarato di volerla comunque portare a compimento, in nostro nome.
Secondo la Vostra idea gli imprenditori sarebbero restii ad assumere nuovi lavoratori per la difficoltà che potrebbero incontrare al momento del licenziamento. Quindi per favorire l’occupazione dei giovani – andrebbero rese più flessibili le regole sui licenziamenti. Fino ad arrivare al paradosso per cui si propone una sospensione delle tutele dell'articolo 18 per i soli neo assunti, comportando un'inaccettabile discriminazione. Questa soluzione, adottata in Francia nel 2006 con il Contrat Première Embauche, mandò letteralmente a fuoco il Quartiere Latino, tanto che il Governo francese si vide costretto a ritirarla. Non a caso, il segretario nazionale dell'associazione funzionari di polizia, Enzo Letizia, oggi ha dichiarato:'In piena recessione è evidente il rischio di una spaccatura sociale del paese che può alimentare pericolose derive anche di natura eversiva. Con il solo indennizzo per il lavoratore licenziato ingiustamente passerebbe un messaggio assai negativo quello che con un pò di denaro si ha la libertà di togliere illegittimamente il futuro alle persone'.
Non ci persuade, poi, l’idea che le garanzie riconosciute ai lavoratori anziani siano causa delle difficoltà dei più giovani, e ancor meno ci convince la trovata del salvifico baratto tra diritti nel rapporto di lavoro e diritti nel mercato del lavoro. Non siamo disposti ad arruolarci per la vostra guerra tra poveri. Noi diserteremo questa guerra.
Ripensateci, finché siete in tempo. Se invece darete seguito alla “riforma” che avete sino ad oggi immaginato, non esiteremo a batterci, con tutta la forza che siamo in grado di mettere in campo, per una proposta diversa ed alternativa alla Vostra.
E se, alla fine, voleste ugualmente dar seguito al vostro progetto, c’è qualcosa che questa generazione ha il diritto di pretendere: non lo farete in nome nostro. Not in our name."
"Sta accadendo esattamente quello che avevamo temuto. La proposta di riforma del mercato del lavoro si sta chiudendo con una forzatura a danno dei lavoratori, dei diritti e della democrazia. In queste ore, Susanna Camusso ha annunciato la piattaforma di lotta contro "una proposta squilibrata, che contrasteremo in ogni modo", piattaforma che comprenderà lo sciopero generale. Risentiamo il clima che portò esattamente dieci anni fa, il 23 marzo del 2002, 3 milioni di persone al Circo Massimo, e queste persone vogliamo rappresentare.
La Cgil non sarà certo isolata nel Paese. E farà valere le ragioni di milioni di italiani, nell'interesse del futuro dell'Italia. SEL la appoggerà in tutte le forme di lotta che la Cgil vorrà mettere in campo. Compito del centrosinistra in Parlamento e nelle piazza, ora, è di non lasciare solo il proprio popolo, perchè è nella battaglia per i diritti che parte oggi che si vedrà se esiste o non esiste il centrosinistra. Accogliamo con fiducia le parole di Stefano Fassina, che paragona Monti a Sacconi, e del segretario Bersani. Ora però chiediamo al principale partito del centrosinistra di fermare questa sciarada e li richiamiamo al ruolo che ricoprono in parlamento: la rappresentanza di quei milioni che nei prossimi giorni diranno NO a questa Caporetto dei diritti e della democrazia.
Ma oggi voglio parlarvi della lettera che, partendo da Bologna, dal circolo Gian Maria Volontè, sta raggiungendo tutto il territorio nazionale, ed è stata sottoscritta da tantissimi giovani rappresentanti nelle istituzioni, a partire dal sindaco di Cagliari, Massimo Zedda e, per rimanere alle istituzioni locali, dal presidente del Consiglio Provinciale, il giuslavorista Stefano Caliandro, che ringrazio.
Questa lettera, indirizzata a Monti e a Fornero, vuole spiegare le ragioni del nostro disaccordo con le idee del Governo in merito alla riforma del mercato del lavoro oggi in discussione. Molti di noi sono stati – diversamente da questo governo - democraticamente eletti e, più in generare, per i ruoli e le funzioni che svolgiamo, pensiamo di rappresentare alcune decine di migliaia di donne e uomini della generazione di chi è nato dopo il 20 maggio del 1970, data di entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori.
Avete detto a più riprese che ai tavoli di discussione sulla riforma, nessuno rappresenta questa generazione. Sicché, forse in perfetta buona fede, avete dichiarato di volerla comunque portare a compimento, in nostro nome.
Secondo la Vostra idea gli imprenditori sarebbero restii ad assumere nuovi lavoratori per la difficoltà che potrebbero incontrare al momento del licenziamento. Quindi per favorire l’occupazione dei giovani – andrebbero rese più flessibili le regole sui licenziamenti. Fino ad arrivare al paradosso per cui si propone una sospensione delle tutele dell'articolo 18 per i soli neo assunti, comportando un'inaccettabile discriminazione. Questa soluzione, adottata in Francia nel 2006 con il Contrat Première Embauche, mandò letteralmente a fuoco il Quartiere Latino, tanto che il Governo francese si vide costretto a ritirarla. Non a caso, il segretario nazionale dell'associazione funzionari di polizia, Enzo Letizia, oggi ha dichiarato:'In piena recessione è evidente il rischio di una spaccatura sociale del paese che può alimentare pericolose derive anche di natura eversiva. Con il solo indennizzo per il lavoratore licenziato ingiustamente passerebbe un messaggio assai negativo quello che con un pò di denaro si ha la libertà di togliere illegittimamente il futuro alle persone'.
Non ci persuade, poi, l’idea che le garanzie riconosciute ai lavoratori anziani siano causa delle difficoltà dei più giovani, e ancor meno ci convince la trovata del salvifico baratto tra diritti nel rapporto di lavoro e diritti nel mercato del lavoro. Non siamo disposti ad arruolarci per la vostra guerra tra poveri. Noi diserteremo questa guerra.
Ripensateci, finché siete in tempo. Se invece darete seguito alla “riforma” che avete sino ad oggi immaginato, non esiteremo a batterci, con tutta la forza che siamo in grado di mettere in campo, per una proposta diversa ed alternativa alla Vostra.
E se, alla fine, voleste ugualmente dar seguito al vostro progetto, c’è qualcosa che questa generazione ha il diritto di pretendere: non lo farete in nome nostro. Not in our name."
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